martedì 10 febbraio 2009

sighit quale economia ....corsica

torra agoa

QUALI SONO I MEZZI DI QUESTA AZIONE ECONOMICA

Ci sono tre grandi orientamenti, ridurre il pubblico impiego, aumentare il capitale delle conoscenze, aumentare la produzione e quindi la ricchezza. L'occupazione nel settore pubblico, sappiamo le cause, rappresenta quasi il 45% dell'occupazione totale e probabilmente un po' di più, se si contano tutte le varie associazioni finanziate da fondi esclusivamente pubblici. Questo settore è molto allargato e crea poca ricchezza. Bisognerebbe quindi ridurre del 25 o 30% i posti di lavoro e riconvertirli verso settori produttivi, come la sanità, l'istruzione e la formazione, la giustizia e la sicurezza.

L'amministrazione dello Stato deve essere ridotta allo stretto necessario, evitando la duplicazione dei servizi, doppi uffici nelle comunità locali, favorendo la molteplice competenza dei suoi funzionari.
L'economia della conoscenza nel nostro paese senza industria, senza risorse del sottosuolo è una via del futuro. L'università deve per questo essere sviluppata, diventare l'attore principale della formazione professionale ed impegnarsi decisamente nella ricerca applicata.
La creazione di ricchezza immateriale, la conoscenza, lo sviluppo della ricerca sulle fonti rinnovabili di energia, nell'ambiente, nelle nuove tecnologie nell'agro-alimentare sarà una fonte di reddito non trascurabile.

Aumentare la produzione, ciò è possibile senza scartare le problematiche ambientali. L'agricoltura biologica, la pastorizia, la pesca e l'acquacoltura, possono aumentare rapidamente la loro produzione del 50%. La domanda di prodotti di qualità con forte contenuto identitario è costante.
Il turismo, senza gli eccessi della massa deve fruttare di più. Oggi un turista medio spende circa cinquanta euro al giorno per dormire, mangiare, spostarsi, divertirsi ed acquistare.
E' veramente molto poco e prova, se ce ne fosse ancora bisogno, che il miliardo di euro di fatturato annuo può essere aumentato del 50, anzi del 100%, favorendo l'emergere di una clientela più facoltosa attirata dalle nostre risorse naturali.

IL PROGETTO DI UN ECONOMIA

Qualche principio di base:
La Corsica è parte integrante dell'Unione Europea, aderisce alla Zona Euro e rispetta i criteri di stabilità. Un equilibrio di bilancio, un debito controllato. L'adesione all'Unione Europea come Stato sovrano permette la negoziazione delle norme di produzione, agricola in particolare.

- L'economia corsa è basata sulla libera impresa e l'economia di mercato, ma respinge gli eccessi del capitalismo selvaggio.
Uno degli obiettivi della politica economica è la solidarietà per la redistribuzione della ricchezza. Lo Stato aiuta le persone in stato di bisogno, protegge i più vulnerabili. In cambio questi debbono alla collettività un'attività: Lo scopo non è l'arricchimento di pochi, ma la partecipazione di tutti ad un lavoro comune di progresso e benessere materiale e sociale.
Azioni economiche di rapida attuazione. Ciò si traduce in una spinta attraverso una politica di grandi lavori strutturali, facendo appello ai fondi europei, per migliorare l'economia.
Questa politica dovrebbe rafforzare le imprese locali di ingegneria civile, creare rapidamente posti di lavoro ed iniettare capitali nel sistema economico locale.

- Massicci investimenti in sviluppo della ricerca e formazione. Ripensare le produzioni per rafforzare la loro specificità ed utilizzare il vantaggio comparativo del marchio Corso, che unisce identità del processo di produzione, garanzia di qualità ambientale e di origine della materia prima, ad un alto contenuto culturale. Il completo cambiamento dei canali commerciali per aprirsi verso il Mediterraneo.

La Corsica deve inscriversi in particolare nell'asse Toscana-Sardegna e al di là dell'Africa del Nord. Questo asse Nord-Sud agevolerà le nostre esportazioni, diversificherà le nostre fonti di approvvigionamento, in particolare energetiche, e ridurrà i nostri costi d'importazioni. Le infrastrutture necessarie saranno in gran parte finanziate da Bruxelles nel quadro d' INTERREG.
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