lunedì 29 dicembre 2008

La rivoluzione cammina in America...*

L'uomo che nel 1987 aveva predetto il crollo del mercato azionario e la caduta dell'Unione Sovietica, ora sta prevedendo la rivoluzione in America, sommosse per il cibo e ribellioni fiscali - tutto entro quattro anni, mentre mette in guardia che nel 2012 quello che si metterà a tavola sarà una preoccupazione più pressante dei regali di Natale.
Gerald Celente, CEO di Trend Research Institute, è rinomato per la sua accuratezza nella previsione del mondo futuro e degli eventi economici. Ciò che ha detto a Fox News di questa settimana vi farà venire i brividi sulla schiena.

Celente dice che entro il 2012 l'America diventerà una nazione sottosviluppata, ci sarà una rivoluzione segnata da sommosse per il cibo, ribellioni di occupanti abusivi, rivolte fiscali e manifestazioni per i posti di lavoro, e le vacanze saranno più che altro impegnate su come ottenere il cibo, non doni.

"Stiamo per vedere la fine del commercio al dettaglio di Natale .... Stiamo per vedere un fondamentale cambiamento di direzione.... Mettere cibo sulla tavola sarà più importante che mettere doni sotto l'albero di Natale", ha detto Celente, aggiungendo che la situazione sarebbe "peggio della grande depressione".

"L'America sta attraversando un passaggio di un calibro per il quale nessuno è preparato", ha detto Celente, notando il rifiuto della gente di riconoscere che l'America è in un evidente grande problema di recessione, e la negazione di questo non rende pronti per la vera portata della crisi.

Celente, che predisse con successo nel 1997 la crisi della valuta asiatica, il crollo ipotecario subprime e la massiccia svalutazione del dollaro USA, ha detto all'UPI (United Presse International) nel novembre dello scorso anno che l'anno successivo sarebbe stato conosciuto come "Il Panico del 2008", aggiungendo che "giganti avrebbero lavato i loro morti ". E' esattamente ciò a cui abbiamo assistito con il crollo di Lehman Brothers, Bear Stearns ed altri. Ha anche detto che il dollaro dovrebbe essere svalutato del 90 per cento.
La conseguenza di ciò che abbiamo visto svolgersi questo anno è un abbassamento del tenore di vita, confermata dal crollo delle vendite al dettaglio.
La prospettiva di rivoluzione è stato un concetto ripreso nella relazione dello scorso anno del British Ministry of Defence, che prevede entro 30 anni il crescente divario tra i super ricchi e la classe media, che insieme ad una sottoclasse urbana minaccia l'ordine sociale. Significherebbe che "I ceti medi del mondo potrebbero unirsi, usando l'accesso alle conoscenze, risorse ed abilità di plasmare i processi transnazionali nel loro stesso interesse di classe ", quindi " Il ceto medio potrebbe diventare una classe rivoluzionaria".
In una recente intervista Celente è andato oltre sul tema della rivoluzione in America.

"Ci sarà una rivoluzione in questo Paese", ha detto Celente "Non subito, ma come conseguenza di ciò che sta succedendo: Washington sarà presa da Wall Street, in un colpo di stato incruento alla luce del giorno. Nasceranno rivolte fiscali organizzate perchè la gente non può permettersi di pagare più tasse scolastiche, tasse sulla proprietà, ogni genere di imposta...nascerà un terzo partito che organizzerà la protesta".
"Sarà molto fosco e molto triste. Ci saranno una quantità di senzatetto, come non ne abbiamo mai visti. Ci sono già accampamenti che spuntano nel Paese, e ne vedremo sempre di più. Ci saranno vaste aree di case vuote pignorate occupate da squatters. E’ un quadro scioccante a cui l’America non è abituata, inoltre aumenterà la criminalità diffusa, che sarà peggiore di quella che ci fu nella Depressione del ’29: allora non esistevano queste droghe moderne... avremo una grande sotto-classe marginale di gente disperata, per di più con la mente chimicamente sconvolta oltre ogni immaginazione".

sabato 20 dicembre 2008

sighit.....E dicevano: «No, non sarà un nuovo 1929» (3)

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20 – «Decreto Presidenziale 6102 – Divieto di incettare oro in monete, in barre e in certificati»: il nuovo presidente Franklin Delano Roosevelt, constatata che «l’emergenza nazionale persiste», ordina «a tutti i privati di consegnare a una banca della Federal Reserve o sua agenzia, entro il 1 maggio 1933, tutte le coniazioni d’oro, oro in barre, oro in certificati in loro possesso o che verranno in loro possesso entro il 28 aprile 1933». Casa Bianca, 5 aprile 1933. Per impedire la concorrenza dell’oro con il dollaro (e il deprezzamento conseguente della moneta cartacea), Roosevelt di fatto sequestrò tutto l’oro degli americani. Una misura che era stata applicata solo in Unione Sovietica, fin dagli anni ’20. Con tanti saluti al liberismo e alla libertà individuale.

Questo excursus storico può servire a capire perchè Tremonti si è lanciato in pesanti sarcasmi contro il Financial Stability Forum, l’organo «per la stabilità finanziaria» cui partecipano i banchieri centrali di 26 Paesi, e che è presideduto da Mario Draghi (Goldman Sachs).

«E meno male che c’era il Financial Stability Forum. Figuriamoci se non c’era»: essendo stato creato nel 1999, il FSF ha presieduto alla bolla speculativa subprime, ha osservato senza muovere un dito la sovraesposizione delle banche e alle truffe del sistema finanziario «ombra».

Tremonti: «E’ demenziale prendere lezioni da chi non ha capito nulla, o ha capito molto, e sbagliato tutto... Quando sento che servono nuovi interventi, che bisogna aggiungere debito a debito, dico no: non si può curare chi beve troppo wshisky dandogli del cognac».

Naturalmente i «grandi» media, Repubblica in prima linea, hanno censurato Tremonti e difeso Draghi, il Venerato Maestro.

Prevedo che Tremonti sarà cacciato: ha offeso i poteri forti intoccabili.



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1) John Mauldin, «The road to revulsion», InvestorInsight, 16 giugno

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sighit.....E dicevano: «No, non sarà un nuovo 1929» (2)

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7– «Il declino è solo di carta, non di beni tangibili e servizi... L’America si trova nell’ottavo anno di prosperità commerciale. Il precedente periodo di prosperità durò 11 anni. Dunque abbiamo ancora tre anni prima del calo»: l’economista Stuart Chase, 1 novembre 1929. «L’isteria è adesso scomparsa da Wall Street»: Times di Londra, 2 novembre. «Il crollo di Wall Street non significa che ci sarà una depressione generale o grave. Per sei anni l’economia americana ha sviato una parte consistente della sua attenzione, delle sue energie e risorse nel gioco speculativo. Adesso questa avventura pericolosa, aliena e irrilevante è finita. L’imprenditoria è tornata al suo lavoro, provvidenzialmente illesa, sana in ogni sua parte, e finanziariamente più forte di prima»: Business Week, 2 novembre 1929.

8 – «Una depressione grave sembra improbabile; (ci si aspetta) una ripresa dell’economia per la primavera, e un ulteriore miglioramento in autunno»: Harvard Economic Society, 10 novembre 1929. «Nelle città e paesi di questa nazione, il panico di Wall Street non avrà alcun effetto»: Paul Block, presidente della catena editoriale Block, 15 novembre. «La tempesta finanziaria è definitivamente superata»: Bernard Baruch, il super-finanziere e consigliere di sei presidenti, in un telegramma a Winston Churchill, 15 novembre 1929.

9 – «Non vedo nulla nella presente situazione che giustifichi il pessimismo»: Andrew Mellon, segretario al Tesoro, 31 dicembre 1929. «Il 1930 sarà un anno splendido per l’occupazione»: Dipartimento del Lavoro USA, dicembre 1929.

10 – «Almeno per l’immediato futuro, la valutazione è brillante»: Irving Fisher, all’inizio del 1930.

11 – «Ci sono segnali che la fase peggiore della recessione è finita»: Harvard Economic Society, 18 gennaio 1930.

12 – «Nulla nella situazione è tale da turbare»: Andrew Mellon, febbraio 1930.

13 – «L’economia americana sta rapidamente tornando al normale livello di crescita e prosperiotà»: Julius Barnes, capo della Hoover’s National Business Survey Conferenze, 16 marzo 1930.

14 – «Le prospettive sono favorevoli»: Harvard Economic Society, 19 aprile 1930.

15 – «Grazie allo sforzo unitario e continuo, ci riprendiamo velocemente. Non c’è stato alcun fallimento significativo, bancario o industriale. Anche quel pericolo è dietro le nostre spalle»: presidente Hoover, primo maggio 1930. E nel giugno 1930, in risposta ad una delegazione che gli chiedeva di avviare un programma di lavori pubblici per rilanciare la ripresa, il presidente rispose: «Signori, siete arrivati con 60 giorni di ritardo: la depressione è finita».

16 – «Movimenti irregolari e confliggenti dell’economia dovrebbero presto dar luogo a una ripresa sostenuta»: Harvard Economic Society, 28 giugno 1930.

17 – «L’attuale depressione ha esaurito la sua forza»: Harvard Economic Society, 30 agosto 1930.

18 – «Siamo vicini alla fine dalla fase discendente della depresssione»: Harvar Economic Society, 15 novembre 1930.

19 – «La stabilizzazione agli attuali livelli è chiaramente possibile»: Harvard, 31 ottobre 1931.

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sighit.....E dicevano: «No, non sarà un nuovo 1929»

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La mossa ha sollevato inquietanti interrogativi sulla posizione finanziaria della Deutsche che – come si sa – ha esposizioni pari all’80% del PIL Germanico (solo ieri la Merkel rifiutava di partecipare al salvataggio pan-europeo: «Non vogliamo pagare, noi virtuosi, per le cicale italiane»).

La mossa è pericolosa per la Deutsche, perchè, dopo questa prova, l’accesso al mercato del credito sarà per essa più costoso. Ma si vede che non crede di aver bisogno del mercato del credito, in quanto non vede opportunità di investimento nell’attuale crisi; o che il mercato del credito non esiste più; o che ha un tale bisogno di liquidità, da preferire di pagare la penale per ritardata redenzione, in modo da tenersi il denaro un po’ di più.

Naturalmente, questa mossa è un’altra botta anche per la credibilità del settore bancario europeo tutto, che non è proprio al massimo.

Frattanto, le misure estreme di Bernanke non alleviano la depressione-deflazione in corso a livello globale. La FED entra nella sua estrema battaglia con la stessa foga con cui i neocon ci hanno trascinati a invadere l’Iraq, senza un piano di «exit strategy», ha commentato un analista.

Ricordate quando tutti gli economisti dicevano: «Non sarà un ’29?». Anzi, lo dicono ancora adesso.

Il giornalista economico John Mauldin si è divertito a ritrovare le dichiarazioni di competenti economisti e capi di Stato prima e dopo il 1929 (1). E le ha disposte lungo la curva – prima in salita, poi in rovinoso precipizio – dell’indice borsistico americano Dow Jones.

Ecco il quadro:

1 – «Non avremo più altri crolli nel nostro tempo»: John M. Keynes nel 1927 (forse apocrifa; in ogni caso, anche i geni sbagliano).

2 – «Non posso astenermi dall’alzare una voce di dissenso di fronte a dichiarazioni secondo cui vivremmo in un paradiso dei folli, e che la prosperità in questo Paese debba necessariamente recedere nel prossimo futuro», E.H. Simmons, presidente del New York Stock Exchange, 12 gennaio 1928.

3 – «Quando sarà finalmente scritta la storia del 1929, gli eventi degli ultimi giorni occuperanno un posto di primo piano in quello che passeranno alla storia come dodici mesi eccezionalmente brillanti», New York Times, luglio 1929 (rialzo della Borsa).

4 – «Può esserci un calo dei corsi azionari, ma nulla di simile a un crollo»: Irving Fisher, il massimo economista dell’epoca, il 5 settembre 1929 (altro rialzo, un po’ eccessivo secondo alcuni).

5 – «I corsi azionari hanno raggiunto, direi, un altopiano permanente. Non credo ci sarà una caduta di 50-60 punti, come prevedono certuni. Mi aspetto che il mercato azionario sarà molto più alto di oggi nel giro di pochi mesi»: Irving Fisher, il 17 ottobre 1929. Il mercato scese, e continuò a scendere fino al 21 ottobre.

6 – «E’ il momento di comprare azioni. E’ il momento di ricordare le parole del defunto J.P. Morgan: chi è ribassista riguardo all’America si rovinerà… Molti dei ribassi dovuti a queste vendite isteriche non si ripeteranno più per molti anni»; R.W. McNeel, analista finanziario, sul New York Herald Tribune, 30 ottobre 1929. Il 28 ottobre era accaduto il «Lunedì Nero», il dow Jones era sceso del 13,47% in un giorno; il 29 ottobre, che sarebbe stato ricordato come il Martedì Nero, le azioni persero un altro 11,73%. Dal 23 ottobre al 13 novembre il Dow Jones perse il 39% . «Il business fondamentale del Paese, che è produrre e distribuire beni, poggia su una base sana e prospera»: così il presidente H. Hoover, il 25 ottobre.

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martedì 16 dicembre 2008

sighit.......Il signoraggio..........la proprietà della moneta

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Normalmente non dovrebbe essere consentito a nessuno di appropriarsi di "risorse" altrui e non solamente agli Stati firmatari del Trattato, mentre ciò è consentito alle Banche Centrali e alla Banca Centrale Europea che come si sa - emettono "debito inesigibile" cioè moneta inconvertibile di corso legale".
Le banche centrali hanno raggiunto un tale grado di professionalità nell'appropriarsi di risorse altrui, da aver consolidato in se stesse, e nei governi, il convincimento di
avere il diritto di farlo, mediante una vera e propria forma di furto legalizzato, clamorosamente incostituzionale.
Poiché i valori monetari sono creati dalla collettività, la moneta all'atto dell'emissione va emessa <> e non <>. E poiché trasformare un credito in un debito consolida il reato di truffa, l'8 marzo 1993 a conclusione di un convegno sulla grande usura, il professor Giacinto Auriti ha denunciato per i reati di truffa ed associazione a delinquere il Governatore pro tempore della Banca d’Italia dott. Azelio Ciampi.
Il dottor Ettore Torri, Procuratore generale aggiunto della Procura della Repubblica di Roma, ha convenuto che qui sussisterebbero gli estremi dell'elemento materiale della truffa, mancherebbe l'elemento psicologico del dolo......
La proprietà della moneta
Da troppo tempo ormai la collettività permette al sistema bancario privato di controllare il suo bacino creditizio e di gestirne il suo accesso. La gente è oggi vessata costantemente da un potere bancario illegittimo, iniquo ed opprimente. E' arrivato quindi il momento di riappropriarsi del credito della collettività.
La proprietà della moneta all'atto dell'emissione va sottratta al sistema delle banche centrali e restituita alle collettività nazionali, il che significa sostituire ai "biglietti di banca" i "biglietti di stato", analogamente a quanto avveniva con i greenbacks americani, prima della guerra di secessione.
Questo significa che l'espressione del valore monetario deve essere sottoscritta non dal Governatore della banca centrale, come oggi avviene, ma dal Capo dello Stato, che è l'unico che può legittimamente rappresentare la proprietà collettiva della moneta.
Una volta dimostrato che la moneta ha valore indotto causato dalla convenzione sociale, approfittando della circostanza che l'emissione della cambiale è prerogativa del debitore, le Banche Centrali apparendo come debitori di false cambiali, si sono arrogate il potere di esercitare <> per <> monetarie, ossia del valore indotto creato dalle collettività nazionali con il risultato di espropriare ed indebitare le collettività nazionali del loro denaro, senza contropartita.
E’ questa la grande usura intuita da Pound.
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Money: Understanding and Creating Alternatives to Legal Tender (Chelsea Green Publishing Company, 2001)
New Money for Healthy Communities, Tucson, Thomas H. Greco, Jr., Publisher
Il Valore Indotto della Moneta (Giacinto Auriti)

sighit.......Il signoraggio..........valore creditizio e valore monetario

Valore creditizio e valore monetario
E' gran tempo ormai che si esca definitivamente dall'equivoco di spacciare sotto la parvenza di valore creditizio il valore monetario. Per comprendere le differenze fondamentali tra moneta e credito, basta muovere dalle seguenti considerazioni:
a) il credito si estingue col pagamento, la moneta, invece, continua a circolare dopo ogni transazione indefinitamente, perché, come ogni unità di misura, è un bene ad utilità ripetuta;
b) il valore del credito è sottoposto al rischio dell'inadempimento, il valore monetario è attuale e certo, perché, per l'induzione giuridica, la moneta è bene reale, oggetto di diritto di proprietà;
c) nel credito, prima si vuole il precetto normativo e poi lo si manifesta; nella moneta, prima si crea la manifestazione formale, cioè i simboli monetari, e poi gli si attribuisce il valore all'atto dell'emissione. Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta. Come nell'induzione fisica nasce l'energia elettrica con la rotazione degli elementi della dinamo, così nell'induzione giuridica, nasce il valore della moneta all'atto della sua emissione, cioè quando inizia la fase dinamica della sua circolazione nella collettività che, accettandola convenzionalmente, ne crea il valore;
d) il valore del credito è causato dalla promessa del debitore, come avviene nella cambiale, in cui l'emittente è il debitore. Oggi la moneta è emessa sotto forma di una falsa cambiale, perché firmando come debitore, il governatore delle banca centrale induce la collettività nel falso convincimento che sia lui stesso a creare il valore della moneta.
In analogo errore cadono le teorie che pretendono di configurare la moneta come titolo rappresentativo dei beni disponibili sul mercato, in quanto conferirebbero alla moneta il suo potere di acquisto. (In questo senso ricordo la dichiarazione di Nixon a Camp David del 15 agosto 1971 con cui fu abolita la convertibilità del dollaro in oro ed abrogati gli accordi di Bretton Woods).
Nella relazione al disegno di legge sul conto intrattenuto dal Ministero del Tesoro presso la Banca d'Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10/2/93, è contenuta una preziosa dichiarazione, rara per la sua impudente sincerità: ”La ratio di queste disposizioni", recita testualmente la relazione, "è evidente: garantire la piena indipendenza delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea, nella gestione della politica monetaria......... In conseguenza NON È CONSENTITO AGLI ESECUTIVI DEGLI STATI FIRMATARI DEL TRATTATO, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di quella forma di debito inesigibile che è la moneta inconvertibile di corso legale".

sighit.......Il signoraggio..........interesse e usura

Interesse ed usura
Cerchiamo di capire ora come il credito gravato da interesse al momento della sua emissione abbia delle ripercussioni devastanti sulla intera economia del sistema in cui si trova ad operare.
Supponiamo che una nazione contrae un debito di 100 € con la banca centrale. Questi soldi sono necessari per il funzionamento e finanziamento dei vari apparati statali. La banca ‘concede’ questo credito emettendo l’importo richiesto ed esercitando un interesse sul totale prestato. Lo stato è impossibilitato a saldare il debito nella sua totalità. Questo deriva di nuovo dal fatto che l’interesse che grava su questa cifra, cioè la necessaria massa monetaria che manca per saldare completamente il debito contratto, non viene stampato (vengono stampati solo 100€)! La banca centrale quindi in qualità di unica fonte emittente di denaro e credito crea il principio, ma non crea i soldi per pagare l’interesse.
Lo stato per pagare quest’interesse ha quattro possibilità. Aumentare il prelievo fiscale, ridurre la spesa pubblica, contrarre un nuovo debito con la banca o vendere beni pubblici. Ed è esattamente quello che fa!
Esiste una differenza fra interesse ed usura che sfortunatamente negli anni è stata maliziosamente oscurata dal cartello bancario. L’usura ha comunemente un’accezione negativa nelle menti della gente in quanto per secoli la maggior parte delle religioni del mondo si sono pronunciate fortemente contro questo tipo di pratica. La Bibbia, il Corano e la legge canonica condannano aspramente la pratica del far denaro sul denaro e prescrivono punizioni severissime nei confronti di chi esercita questo tipo di attività speculativa. Anche l’etimologia delle parole usura e interesse lasciano intendere una sostanziale distinzione. ‘Usura’ in latino significa l’uso di qualsiasi cosa (in questo caso di capitale) e ‘intereo’ significa una perdita. L’interesse quindi era inteso come una perdita e non un profitto. Con l’ampliamento dei mercati e l’avvento della classe mercantile, si stabilì che prestare denaro comportava costi e rischi da parte di chi lo avanzava in prestito. Così dei ‘compensi’ atti a regolare le possibili perdite o costi relativi al prestito furono resi leciti. L’interesse applicato dalla classe mercantile aveva comunque una sua ragion d’essere. Infatti, i prestiti allora concessi, riguardavano grosse quantità di oro, ossia valore reale preesistente, che veniva momentaneamente ridistribuito. Il banchiere moderno invece non ha diritto di chiedere interesse su qualcosa che crea dal niente (a parte l’irrisorio costo di stampa). La banca non mette a disposizione soldi o valore reale che ha acquisito tramite lavoro, rischio, sudore e investimento, bensì crea dal nulla il danaro ed il credito e li presta gravandoli di interesse. Basta osservare la mostruosità dei deficit pubblici, l’elevato numero di bancarotte, la quantità inaudita di confische e pignoramenti, per rendersi conto che l’usura vera non è quella denunciata ‘una tantum’ dai telegiornali. Oggi l’usura è a norma di legge, più sofisticata forse, ma non meno dispotica, veste in giacca e cravatta, si cela dietro un’egida statal-governativa ed ha probabilmente una laurea in qualche prestigiosa università americana.
Al giorno d'oggi è sempre più difficile intraprendere un discorso critico nei confronti dell’interesse.
Molti onesti cittadini hanno infatti investito molto di quello che avevano messo da parte in una vita di lavoro e sacrificio in forme di investimento che fruttano proprio in virtù degli interessi (depositi, obbligazioni, Bot, Cct, ecc). E' quindi comprensibile che queste persone si battano ferocemente per difendere i propri investimenti, già pesantemente intaccati da un’incessante inflazione. La realtà dei fatti è che in uno stato dove l’emissione monetaria è condotta adeguatamente, non ci sarebbe alcun bisogno di essere vittime e carnefici di se stessi. La prosperità e la stabilità economica non sono chimere o utopie impossibili, come ci hanno fatto credere. Sono solo il risultato di una saggia e ragionevole emissione ed utilizzo di un arbitrario strumento econometrico (denaro), utilizzato come merce di scambio, per vendere e comprare beni e servizi, secondo la sovrana legge della domanda e dell’offerta.

sighit...Il signoraggio.. inflazione e deflazione

Inflazione, Deflazione
Passiamo ora all’analisi di fenomeni monetari che a prima vista possono sembrare distanti e incomprensibili ma che decidono inesorabilmente l’economia d’interi continenti, tramite la manipolazione ed il controllo della quantità di denaro in circolazione. E' importante capire che il cartello bancario non solo ha manomesso la qualità della moneta (da moneta credito a moneta debito) ma ne controlla direttamente la quantità.
Vediamo come.
Tramite il sistema vigente le banche possono abbassare o alzare il costo del denaro tramite i ‘tassi di riferimento’. Questo permette alle banche di creare scientificamente inflazione o deflazione, e determinare quindi recessioni o boom economici.
Quanto più i tassi saranno bassi quanto più denaro ci sarà in circolo. Quando la massa monetaria presente nel mercato è molte volte superiore a quella dei beni e servizi presenti nel mercato stesso, si ha INFLAZIONE (deprezzamento del denaro e quindi aumento generale dei prezzi).
Quindi se da una parte l’inflazione è una tassa nascosta che si ripercuote sulla collettività (con la perdita di potere d’acquisto), dall’altra è una manna per i banchieri che come abbiamo visto nel paragrafo precedente mietono profitti da capogiro tramite la creazione del denaro creditizio (quello che creano dal nulla tramite la riserva frazionaria).
Quando l’inflazione diventa insostenibile ed il potere d’acquisto dei cittadini ridotto all’osso, i banchieri alzano i tassi di interesse, cioè aumentano il costo del denaro. Dopo un periodo di relativa stabilità e ripresa economica, la tendenza al rialzo si fa sempre più pesante sino a provocare DEFLAZIONE. La massa monetaria viene cioè contratta.
La deflazione comporta a catena due reazioni di mercato:
Una è che essendo il denaro tenuto artificialmente scarso, la gente avrà sempre più difficoltà a ripagare i debiti.
La seconda è che il sistema economico attraverserà un periodo di recessione. Questo perchè ci sono più beni e servizi di quelli che possono essere comprati. Se il denaro non c’è lo scambio fra le parti non può avvenire (se non sotto forma di baratto).
Questa situazione di generale insolvenza e d’anemia economica permette alle banche di fare una vera e propria mattanza di tutto quel valore reale (case, aziende, terreni, ecc) che era stato messo come ipoteca o garanzia, a fronte del debito contratto con la banca, dai comuni cittadini o stati. Allo stesso modo se la deflazione comporta una generale insolvenza da parte della collettività ed una scarsa attività economica, dall’altra rappresenta una grande opportunità di speculazione ed espropriazione di valore reale da parte della banca.
Ne consegue che questo tipo di pratiche monetarie sono altamente politicizzate e seguono una propria agenda. Seguono cioè logiche di profitto basate su un costante trasferimento di ricchezza dalle classi basse e medie a favore di uno sparuto gruppo di dinastie bancarie.
A questo punto bisogna porsi due domande molto chiare:
1) Se è lo Stato e quindi la collettività a conferire valore al denaro, perchè questo stesso denaro ci viene prestato?
2) Perchè la collettività ad un certo punto della storia ha abdicato il proprio sovrano diritto di emettere moneta a degli istituti di credito privati?
La risposta è molto semplice. Se il denaro non venisse prestato ed emesso in questo modo, il sistema privato delle banche centrali non potrebbe lucrare sugli astronomici profitti di signoraggio.

sighit.......Il signoraggio..........4 banca commerciale

Banche commerciali e signoraggio secondario Questa presentazione si concentrerà ora sulla creazione di denaro creditizio, cioè quello che ci viene prestato dalle banche commerciali, conosciuto anche come signoraggio secondario. Le linee direttive delle istituzioni finanziarie limitano la totalità dei prestiti di una banca a 20 volte il suo capitale. Così come viene definito nel documento al capitolo A, "Capital Adequacy Requirements," capoverso 1, sezione 1-1. Queste regole seguono le linee guida del “Capital Accord” del 1988, raggiunto sotto l’egida della BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (BIS – Bank of International Settlements). Tradotto in Italiano intellegibile significa che la banca (commerciale) puo' prestare 50 volte quello che veramente dispone in cassa. Per legge!!! ( provatelo a fare voi e vediamo che succede?). Quanto maggiori sono le riserve, tanto più cospicui saranno il numero e l’ammontare dei prestiti che la banca puo' concedere. La banca di credito, quindi, presta denaro che non esiste, ne presta fino a 50 volte di più di quanto esiste realmente nelle sue casse. Quando una banca commerciale accorda un prestito, essa genera il denaro dal nulla grazie alla pratica bancaria della riserva frazionaria. Il denaro non proviene dalle risorse della banca, ne dai depositi che le vengono affidati dalla clientela: viene dall'inchiostro della penna del banchiere (o da una scrittura effettuata in un computer). Il denaro che è stato emesso in maniera impropria è tecnicamente una contraffazione. Il denaro credito creato dalle banche costituisce una contraffazione, perchè creato dal nulla e quindi ‘scoperto’. La commistione tra denaro legittimo e denaro contraffatto non può essere evitata perchè a livello facciale sono indistinguibili (sono rappresentati infatti da identiche note di banco). Il punto è che l’emissione di denaro creditizio dal nulla va ad aggiungersi ( e superare di gran lunga ) alla massa monetaria di denaro vero (che tu hai acquistato lavorando o producendo e che comporta costo, fatica, rischio). Questa commistione fra denaro vero e denaro creditizio comporta inflazione (non quella dell’ISTAT ). C’è quindi troppo denaro in circolo che cerca di comprare troppi pochi beni e servizi. Praticamente significa che tutti percepiscono una perdita di potere d’acquisto. L’affitto costa di più, fare la spesa costa di più, mantenere la macchina costa di più, gestire la propria attività commerciale costa di più ecc, ecc.

sighit.......Il signoraggio..........3

Il denaro ha dunque le caratteristiche di essere: a) immateriale, b) collettivo, c) di avere un valore condizionato:
a) immateriale perché la strumentalità risiede nella convenzione monetaria. A conferma di ciò sta il fatto che, se si dichiara una moneta fuori corso, essa, pur senza perdere la sua integrità fisica. perde il suo valore. Ciò avviene perché il simbolo ha perso la sua rilevanza giuridica. In breve. perché è venuta meno la convenzione sociale che attribuiva al simbolo il tipico valore monetario.
b) collettivo in quanto ha la caratteristica di essere ad un tempo unita di misura convenzionale del valore dei beni e valore della stessa misura che diventa pertanto oggetto di scambio. E' la collettività stessa che accettando la moneta come unita di misura e mezzo di pagamento ne crea e conserva il valore, sicché la moneta non sarebbe concepibile se non nell'ambito di una collettività che ne usa. Questa caratteristica assume importanza di grande rilievo nell'ordinamento internazionale del sistema monetario, perché quando di questa convenzione monetaria partecipano differenti Stati, nasce un interesse comune alla stabilità ed alla difesa dei valori monetari che costituisce un incentivo alla pacifica coesistenza ed al coordinamento dei sistemi economici.
c) di aver un valore condizionato dalla esistenza di beni da misurare nel valore. Questa condizione è comune a qualsiasi unita di misura. Ed è questa una precisazione fondamentale per evitare l'equivoco di ritenere la moneta "rappresentativa" del valore dei beni esistenti sul mercato quasi fosse una specie di titolo di credito o fede di deposito.
Le banche centrali sono delle S.p.a.
Benché la maggior parte delle banche centrali nazionali siano ritenute proprietà dello stato, la verità è che sono delle agenzie di credito private, istituite con il solo scopo di massimizzare i profitti dei loro azionisti. I due casi più eclatanti di quest’anomalia a norma di legge sono sicuramente la Federal reserve bank (banca centrale nazionale americana) e la BCE.
Da queste due premesse deriva una scioccante rivelazione. Tutto il denaro in circolazione è gravato da debito ancora prima che arrivi nelle casse dello stato e venga accettato ed utilizzato dai suoi cittadini.
Infatti, quando lo stato chiede in prestito una data massa monetaria, supponiamo 100 bilioni di euro, la banca centrale, stampa ed emette 100 bilioni in banconote di tagli diversi (5,10,50,100, ecc) spendendo 0,30 centesimi di euro a taglio. Questi pezzi di carta sono senza valore al momento della loro emissione perchè non garantiti da collaterale (oro), ma vengono prestati per il loro valore facciale (ovvero 100 bilioni) allo stato.
La banca centrale non si comporta quindi come una normale tipografia, ma come un’effettiva agenzia di credito. La differenza fra il costo di stampa ed il valore facciale delle banconote viene, di fatto, incamerato dalla banca centrale. Questa esorbitante rendita monetaria è conosciuta come signoraggio primario ed è incamerata da un’agenzia di credito completamente privata che conosciamo con il nome di banca centrale.
Inoltre questo prestito viene gravato di un interesse (oggi al 4%) conosciuto come tasso di sconto o di riferimento. In pratica su una banconota da 100 euro il signoraggio è pari a 100 – 0,30 = 99,70 + 4% = 103,70 €.
Quando quindi il denaro viene accettato e speso dagli ignari cittadini, è gravido di un debito pari al 103,70 %.
Non si può dire lo stesso dell’emissione monetaria concernente la moneta metallica. Infatti, il conio e l’emissione delle monete è lasciato allo stato che ne incamera un modesto signoraggio in quanto molte monetine comportano un costo di conio maggiore del loro valore facciale ( il materiale utilizzato è molto più costoso della carta come nel caso di bronzo, argento, rame, ecc).

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Banche Nazionali e Signoraggio primario
Gli stati ed i governi di tutto il mondo hanno, proprio come le persone, un’innata necessità di denaro. Lo stato necessita denaro per far fronte alle molteplici spese in cui deve incorrere (infrastrutture, sanità, pensioni, stipendi, ecc). Il bilancio di uno stato è essenzialmente costituito da due voci. Una è il gettito fiscale (entrate), l’ altra è la spesa pubblica (uscite).
Quando le uscite superano le entrate si ha un deficit (debito pubblico). Lo stato può quindi fare due cose per appianare il deficit, aumentare la pressione fiscale e ridurre la spesa pubblica. A prima vista sembrerebbe una pratica semplice e diretta.
Perchè tutti gli stati sono sommersi da astronomici debiti pubblici? Le ragioni risiedono nell’emissione monetaria.
Per supplire all’ inevitabile esigenza di danaro gli stati moderni chiedono in prestito la massa monetaria a loro necessaria alla rispettiva banca nazionale, oggi meglio conosciuta come banca centrale. La banca centrale nazionale elargisce il prestito allo stato e lo grava di interesse (TUS o TUR). Lo stato a sua volta ripaga questo prestito tramite l’emissione di titoli di stato (Bot e Cct) per un pari valore al prestito richiesto alla banca. Questa situazione di apparente normalità cela in effetti la più grande truffa mai perpetrata ai danni dei popoli del mondo moderno. Per apprezzarne la gravità è necessario fare due premesse.
Il denaro non è più garantito dall’oro
La convertibilità del denaro in oro è di fatto cessata con l’abolizione degli accordi di Bretton Woods nel 1971. Da questo preciso momento storico il denaro cartaceo può essere convertito solamente con altro denaro cartaceo. In passato un cittadino italiano qualsiasi avrebbe potuto portare la sua banconota da centomila lire alla banca d’Italia e farsi dare il corrispettivo in oro. Oggi una banconota da cento euro può essere cambiata solo con un’altra banconota da cento euro. Questo che cosa significa? Significa che oggi il denaro al momento della sua stampa ed emissione vale come la carta straccia. Non essendo più garantito da un valore reale le banconote oggi non sono altro che dei pezzi di carta colorati ai quali attribuiamo un dato valore in quanto buoni per il pagamento delle tasse e generalmente accettati dal mercato per comprare beni e servizi. Il valore di questi biglietti risiede quindi nella loro accettazione da parte della collettività e nella fiducia che in essi viene riposta come merce di scambio convenzionale.

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Il Signoraggio
In passato il ‘Signore’ (ossia il nobile di turno) aveva la prerogativa di ‘battere moneta’ e quindi di coniarla e metterla in circolazione. Il Signore era solito esercitare un ‘aggio’, ovvero una ‘tassa’ sul conio del denaro, corrispondente alla differenza fra la spesa di conio ed il valore facciale della moneta. Un esempio pratico potrebbe essere che il signore per coniare una moneta, necessitava 10 grammi d’oro. In realtà ne utilizzava 9 più uno di metallo non nobile. S’incamerava quindi un grammo d’ oro su ogni moneta da lui coniata. Questa rendita monetaria (al tempo ancora modica nelle proporzioni) era chiamata Signoraggio.
Gli Orafi ed il credito
La carta moneta, quella che oggi conosciamo con il nome di banconota, in origine era ‘nota di banco’, cioè un simbolo indicante la quantità di oro o argento depositato nei forzieri di una banca. In altre parole una mera ‘ricevuta di deposito’. E' importante notare che le ‘banche’ dell’epoca erano gli orafi dotati di forzieri presso cui la gente, per sicurezza, depositava il proprio oro e riceveva in cambio una ‘banconota’, una ricevuta appunto, dell’ammontare del deposito effettuato. Il depositario munito di banconota poteva su richiesta redimere la ricevuta in oro.
Sfortunatamente gli orafi ebbero un’intuizione epocale che cambiò per sempre il corso della storia. Gli orafi, infatti, si accorsero che statisticamente solo una piccola percentuale (10%) dei depositari ritirava ingenti somme d’oro dai forzieri. La gente, di fatto, trovava molto più pratico e dinamico l’utilizzo della nota di banco. Gli orafi ne conclusero che se avessero ‘stampato’ note di banco ‘scoperte’ cioè create dal nulla, (perchè dal nulla garantite), nessuno se ne sarebbe accorto. Si cercava in pratica di prestare molto più oro di quello che effettivamente esisteva in cassa. Gli orafi quindi avrebbero potuto utilizzare queste note di banco e girarle come prestiti di denaro, gravati da interesse, a chi lo necessitava per investire, pagare debiti o acquistare merce, generando così profitti astronomici. La storia c’insegna che l’intuizione degli orafi fù giusta oltre che malvagiamente geniale. Nacque così la banca moderna, la riserva frazionaria ed il concetto di credito.
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domenica 7 dicembre 2008

sighit .....cunveniu POTERI OCCULTI

Galloni ha posto in evidenza gli errori nel comportamento della BCE, per esempio: sulla questione di mancanza di sovranità della politica locale sulla questione monetaria e la conseguente insufficienza degli interventi delle banche nazionali nell'affrontare con decisione la crisi economica. Sulla sua durata della crisi, Galloni dice che non basterà il 2010 a superarla , ma si prevede una crisi di lunga durata.

La questione BCE si può riassumere con poche parole, la politica monetaria non è efficace in quanto la BCE tratta l'Euro come fosse ORO cosa che che in effetti non è, di conseguenza si fa circolare poco denaro così che l'economia reale ne soffre.
Abbiamo anche una breve intervista del dr. Galloni che pubblicheremo al più presto.

Marcello Pamio, ha esposto il suo punto di vista sugli agenti “patogeni” creati artificiosamente dalle multinazionali farmaceutiche, semplicemente modificando i normali valori di riferimento delle concentrazioni di sostanze nel corpo umano, come ad esempio il colesterolo che di norma è benefico per il corpo.
Marcello ha spiegato il metodo usato dalle lobby per aguadagnare di più.

E spiega: Le lobby farmaceutiche hanno indotto la Food Drug Adm Americana a ridurre la quantità max di colesterolo della tabella di riferimento che ne precisa la normalità nel sangue. Di conseguenza in un attimo milioni di persone si sono ritrovate improvvisamente ad essere catalogati malati di eccessivo colesterolo contenuto nel sangue.

E' anche emerso per esempio, che in Italia il primo motivo di morte è dovuto a cure sbagliate e ad interventi chirurgici condotti male , che per veri motivi patologici.
Il secondo a motivi cardio-vascolari.

Pamio ha ribadito l'importanza di essere curati nel complesso fisico psichico spirituale invece che a pezzi del corpo manco fossimo degli oggetti inanimati.
Anche Marcello ci ha rilasciato una intervista che pubblicheremo.