martedì 3 febbraio 2009

sighit....Cecchini che prendono di mira dei bambini

torra agoa<

L´esercito ha indagato solo su 90 decessi palestinesi, come al solito sotto pressioni esterne. Sono stati condannati sette soldati : tre per omicidio involontario, nessuno per assassinio. Il mese scorso, un tribunale militare ha condannato un soldato a 20 mesi di prigione per aver abbattuto un palestinese che aggiustava la sua antenna televisiva, la pena più lunga per la morte, di un civile, meno di quanto ricevono gli obiettori di coscienza israeliani rifiutandi di servire nell’esercito. B´Tselem sostiene che la mancanza di responsabilità e di regole d’ingaggio che “incoraggiano tra i soldati un atteggiamento da grilletto facile” hanno creato una “cultura dell’impunità” – opinione sostenuta dal gruppo dei Dirittio dell’Uomo con sede a New York, Human Rights Watch, che la scorsa settimana ha definito numerose indagini per morti di civili “un’impostura ... che incoraggia i soldati a pensare di poterla frare franca per un omicidio". Nel sud di Gaza, gli omicidi avvengono in un clima che si riassume in una forma di terrore contro la popolazione. Il tiro aleatorio a Rafah e Khan Yunis ha preso centinaia di vite, tra cui cinque bambini abbattuti mentre erano seduti nelle loro aule di scuola. Molti altri sono morti presi volutamente di mira dai cecchini – bambini che giocavano a calcio, seduti fuori di casa o di ritorno da scuola. Quasi sempre le "indagini" si sono risolte nel chiedere al soldato che ha tirato il grilletto che cosa è successo – spesso affermano che vi è stato uno scambio di colpi, mentre non ce n’è stato nessuno – e presentandolo come un fatto. La polizia militare ha lanciato lo scorso ottobre un’inchiesta sulla morte di Iman al-Hams solo dopo che i soldati avevano reso pubbliche le circostanze in cui il loro comandante aveva scaricato la sua arma sulla ragazzina di 12 anni. È stato registrato mentre duceva ai suoi uomini che la giovane avrebbe dovuto essere uccisa anche se avesse avuto tre anni. Il colonnello Pinhas Zuaretz era comandante nel sud di Gaza due anni fa, quando l’ho interpellato sul numero di omicidi. Il colonnello, che ha riscritto le regole d’ingaggio per permettere ai soldati di sparare su ragazzini di 14 anni, ha riconosciuto che le versioni ufficiali di numerosi assassinii erano false, ma ha giustificato la strategia come un prezzo per sopravivere contro un secondo Olocausto. Forse questa opinione era condivisa dal soldato che in aprile ha abbattuto tre ragazzi di 15 anni, Hassan Abu Zeid, Ashraf Mousa e Khaled Ghanem, per essersi avvicinati alla frontiera fortificata tra Gaza e l’Egitto. I militari hanno detto che gli adolescenti erano dei contrabbandieri di armi e dunque dei “terroristi”, che il soldato aveva loro sparato alle gambe e che li aveva uccisi solo perché non si erano fermati. Il rapporto era una falsificazione. Gli adolescenti erano in "una zona proibita" ma giocavano a pallone. I loro cadaveri non mostravano alcuna ferita provocatta per neutralizzarli, ma solo spari grosso calibro alla testa o alla schiena. L´esercito lo ha ammesso tranquillamente - ma ha dichiarato che non ci sarà nessuna inchiesta.

Articolo in francese: http://www.ism-france.org/
Articolo in inglese: http://www.guardian.co.uk/

torra a sa defenza<<

Nessun commento: