mercoledì 21 gennaio 2009

sighit..., La guerra israeliana è finanziata dall’Arabia saudita

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L’Egitto, l’Arabia Saudita e 10.000 paramilitari arabi con Israele
È il punto nuovo nel Vicino-Oriente. Per la prima volta una guerra israeliana non è finanziata dagli Stati Uniti, ma dall’Arabia Saudita. Riad paga per schiacciare il principale movimento politico sunnita che non controlla, Hamas. La dinastia del Saud, sa che deve distruggere ogni alternativa sunnita nel Vicino-Oriente per mantenersi al potere, è per questo che ha fatto la scelta del sionismo musulmano. L’Egitto, quanto ad esso, teme un’estensione, attraverso i fratelli musulmani, delle sommosse sociali. La strategia militare resta tuttavia statunitense, come in occasione della guerra del 2006 contro il Libano.

I bombardamenti non sono concepiti per eliminare i combattenti, cosa che ho indicato sopra, non ha senso in ambiente urbano, ma deve paralizzare la società palestinese nell’insieme. È l’applicazione della teoria dei cinque cerchi di John A. Warden III.

In definitiva, sempre secondo Haaretz, Ehud Olmert, Ehud Barack e Tzipi Livni hanno deciso la guerra il 18 dicembre, cioè alla vigilia della scadenza della tregua. Il National Information Directorate ha organizzato una simulazione, il 22 dicembre, per preparare le menzogne che servivano a giustificare il massacro.

L’operazione è cominciata il 27 dicembre in modo da evitare che il papato possa immischiarsi. Benedetto XVI°, tuttavia, ha evocato nel suo messaggio di Natale “un orizzonte che sembra ridiventare scuro per gli Israeliani ed i palestinesi”.

Ritorniamo al teatro dell’operazione.

L’aviazione israeliana ha preparato il terreno per una penetrazione terrestre, che apre la via ai paramilitari Arabi. Secondo le nostre informazioni, circa 10.000 uomini sono attualmente ammassati presso Rafah. Esercitatisi in Egitto ed in Giordania, sono agli ordini dell’ex-consulente nazionale della sicurezza di Mahmoud Abbas, il generale Mohammed Dahlan (l’uomo che organizzò l’avvelenamento di Yasser Arafat per conto degli Israeliani, secondo documenti resi pubblici due anni fa). Sono destinati a svolgere il ruolo che era stato attribuito alla milizia di Elie Hobeika, a Beyrouth, quando le truppe di Ariel Sharon circondarono i campi profughi di Sabra e Chatila.

Tuttavia, la troika sionista esita a lanciare i suoi “cani da guerra” finché la situazione militare all’interno della striscia di Gaza resta dubbia. Da due anni numerosi resistenti palestinesi sono stati formati alle tecniche della guerriglia da Hezbollah. Benché siano, in teoria, sprovvisti delle armi necessarie a questo tipo di combattimento, si ignora quali siano la loro esatta forza. Una sconfitta sul campo sarebbe una catastrofe politica per Israele, dopo la sconfitta del suo esercito in Libano, nel 2006, e dei suoi istruttori in Georgia, nel 2008. È sempre possibile ritirare rapidamente i propri blindati da Gaza, ma non sarà lo stesso ritirare i paramilitari Arabi.

L’Unione europea ha fatto appello per una tregua umanitaria. Israele ha risposto che ciò non era necessario, poiché non ci sono altre crisi umanitarie dall’inizio dei bombardamenti. Per prova della sua buona fede, presumibilmente, “lo Stato ebreo” ha lasciato entrare alcune centinaia di autocarri con aiuti alimentari e medici… per i 1400000 abitanti.

In ogni guerra che Israele ha condotto in violazione del diritto internazionale, un palcoscenico diplomatico è stata organizzato per permettergli di guadagnare tempo, mentre gli Stati Uniti bloccavano ogni risoluzione del Consiglio di sicurezza. Nel 2006 furono Romano Prodi e la conferenza di Roma. Questa volta è il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che produce l’intrattenimento. Ha annunciato che dedicherebbe due giorni del suo tempo prezioso, per regolare un problema dove gli altri falliscono da 60 anni.

Non lasciando affatto dubbi sulla sua parzialità, il sig. Sarkozy ha inizialmente ricevuto all’Eliseo il ministro israeliano degli affari esteri, Tzipi Livni e il capo sunnita saudo-libanese Saad Hariri, ed ha avuto un colloquio telefonico con il presidente Egiziano Hosni Moubarak, il presidente marionetta dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ed il primo ministro Israeliano Ehud Olmert.

Thierry Meyssan

Giornalista e scrittore, presidente del Réseau Voltaire.


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Traduzione di Alessandro Lattanzio


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[1] La densità di popolazione era calcolata, dall’ONU, nel 2005 a 3823 abitanti per km2. Sarebbe aumentata da 12 al 16 per mille.

[2] “Disinformation, secrecy and lies : How the Gaza offensive came about”, di Barak Ravid, Haaretz 31 dicembre 2008.
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