sabato 3 gennaio 2009

sighit.... La giornata della collera

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Nessuno è al sicuro. Un fanatico, pare. Al punto di rifiutare di mettersi in salvo quando, pochi minuti prima del bombardamento della sua abitazione a Gaza, secondo la tv israeliana Canale 10, è stato avvisato dell'arrivo dei caccia che aveva lui come obiettivo. E' morto con altre dieci persone, comprese quattro delle sue mogli e dieci dei suoi figli. Rayyan, docente di diritto islamico all'Università di Gaza, era accusato da Israele di aver trasformato la sua casa in una base operativa di Hamas, con un tunnel scavato in cantina per collegarsi con altri miliziani. Inoltre, sempre secondo Israele, Rayyan era stato in passato vicino alle Brigate Ezzedim al-Qassam, braccio armato di Hamas. Nel dubbio, l'aviazione israeliana ha deciso comunque di bombardare una palazzina abitata da donne e bambini innocenti. Uccidendoli. Hamas ha reagito proclamando per oggi la ‘giornata della collera', invitando a unirsi alle dimostrazioni di protesta contro l'operazione Piombo Fuso anche i palestinesi in Cisgiordania. Il movimento islamico ha anche smentito l'ipotesi di accettare una tregua condizionata circolata in mattinata.

Senza tregua. Con le vittime di casa Rayyan, il bilancio sale a 400 morti. Almeno duemila i feriti, secondo gli ospedali di Gaza, ormai allo stremo e ieri colpiti da alcune bombe israeliane. Non è cessato neanche il lancio di razzi dalla Striscia verso Israele, dove molte famiglie abbandonano le città a tiro dei razzi palestinesi. Il ministro degli Esteri israeliano Livni ha gelato la diplomazia francese, dopo il suo incontro di ieri a Parigi con il presidente Sarkozy, negando l'esistenza di un problema umanitario a Gaza. La Francia aveva chiesto una tregua per aiutare la popolazione civile della Striscia, ma la Livni ha dichiarato che lo stesso Israele non ha mai cessato di inviare aiuti e che ha incrementato le donazioni dall'inizio dell'operazione Piombo Fuso.

Nubi sempre più dense. La Livni ha anche detto che molti obiettivi sono stati distrutti, ma non tutti. Lasciando presagire che l'operazione di terra è sempre più vicina. La diplomazia internazionale non sembra in grado di intervenire con forza nella battaglia. La Libia, membro temporaneo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, aveva chiesto e ottenuto una seduta d'emergenza per chiedere la fine immediata dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Il documento libico era molto duro nei confronti d'Israele e alla fine non si è votato cercando un testo più morbido. Un film già visto al Palazzo di Vetro. L'Unione europea, dal canto suo, invierà nella zona i ministri degli Esteri di Francia, Repubblica Ceca e Svezia, ma l'atteggiamento della Livni a Parigi non lascia presagire nulla di buono.

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