sabato 17 gennaio 2009

sighit lettera aperta a Renato Soru..

torra agoa<

Io sono un sostenitore del sistema proporzionale però ritengo che i sistemi maggioritari non siano tutti uguali e che sia possibile, anche all’interno di un sistema maggioritario, contenere l’accentramento dei poteri. La legge statutaria che è stata approvata non presenta queste caratteristiche, non è opportunamente bilanciata, riduce il ruolo non solo dell’esecutivo ma anche quello dell’Assemblea elettiva. Non credo che questo tema sia secondario, coinvolge aspetti fondamentali della democrazia, della partecipazione, della collegialità, insomma del lavoro di gruppo. E arrivo alla domanda/proposta: perché nel corso di queste settimane che ci separano dal voto non comunica agli elettori la Sua disponibilità al riesame di queste questioni? Non ritiene forse che per poter disciplinare la forma di governo della Regione, i rapporti fra i suoi Organi, i principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento di questa istituzione, sia indispensabile predisporre un’ampia partecipazione dei cittadini sardi al dibattito e al confronto? Presidente, diversi elettori si interrogano ancora sul perché alcuni Assessori della sua Giunta siano stati sostituiti: è stato un gesto autoritario del Presidente, si chiedono, un licenziamento, o che altro? Lei invita spesso i sardi a tenere la schiena dritta. È una sollecitazione che sottende dignità e rispetto di sé e perciò Le fa onore. Ma questa caratteristica l´apprezza sempre nei suoi collaboratori? E’ diffusa l’idea, anche vicino a Lei, che preferisca l’accondiscendenza alla dialettica. Eppure l’esigenza di governabilità impone la necessità di un confronto, anche serrato se necessario, all’interno dell’esecutivo senza che il ruolo di primus inter pares del Presidente venga ridimensionato. Presidente, voglio proporLe altri due temi che ritengo importanti, riguardano il ruolo di pace che potrebbe svolgere la nostra isola e le questioni del lavoro. La Sardegna è invasa da basi militari, vengono continuamente condotte esercitazioni che devastano i nostri territori e danneggiano i nostri mari; non solo ma decine, forse centinaia di cittadini hanno subito gravi malattie a causa del materiale bellico che viene usato. Gli Stati più forti del pianeta rappresentano purtroppo il simbolo della sopraffazione e delle guerre. Eppure, appena si è parlato del G8 in Sardegna, è successo col governo Prodi, Lei ha accolto con entusiasmo questa eventualità. Questa decisione - sintetizzo con parole mie le sue affermazioni - rappresenta un riscatto per la nostra isola. Perché mai, Le chiedo io e, insieme a me, glielo chiedono tantissimi sardi? Perché dovremmo ospitare i capi di Stato dei maggiori paesi del pianeta con entusiasmo e al tempo stesso considerare questo evento un’occasione di riscatto della nostra terra? Non c’è un’incongruenza in questo atteggiamento? Presidente, teniamo la schiena dritta anche in questa circostanza e, quando verranno questi signori, diciamo loro che è ora che smettano di padroneggiare e se vogliono dialogare sul futuro del pianeta lo facciano negli Organismi internazionali universalmente riconosciuti. E rivendichiamo con loro e con il nostro governo il ritiro delle basi militari dalla nostra isola. Lei dirà che con la presenza dei G8 la Sardegna ha ricevuto dei finanziamenti con i quali sta realizzando opere pubbliche di primaria importanza. Non solo ma con questi investimenti si stanno creando anche occasioni occupative di cui abbiamo bisogno. Questa puntualizzazione è vera, ma il nostro riscatto, soprattutto quello delle fasce più deboli della popolazione, non può avvenire perpetuando una condizione di subalternità nei confronti chi detiene il potere, deve realizzarsi necessariamente attraverso una crescita politica e culturale. Ascoltiamo Vandana Shiva e lavoriamo assieme ‘per costruire sicurezza e rigenerazione basate sulla natura e su una visione condivisa verso il nostro futuro comune’.

sighit>

Nessun commento: